“Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto”.
Dio ha un cuore, un cuore umano che “si commuove e freme di compassione” per le sue creature, un cuore che Egli ha voluto mostrare a noi, attraverso il cuore del suo Figlio, Gesù. Oggi, tutta la Liturgia converge a spingere il nostro sguardo su questo “Cuore”, come su una sorgente da cui sgorga abbondante l’acqua della vita, e l’evangelista Giovanni, testimone oculare della morte di Gesù, ce ne indica la via, invitandoci a contemplare il suo costato, colpito dalla lancia di un soldato, da cui sono sgorgati il sangue e l’acqua, simboli del Battesimo e dell’Eucarestia, i Sacramenti attraverso i quali noi siamo rinati e resi nuovi. È veramente grande questo mistero: da un atto di violenza inferto al Corpo del Signore c’è dato di vedere i segni dell’infinito Amore e dal suo Cuore, trafitto sulla Croce, possiamo attingere alla sublime conoscenza di questo Amore. Il Cuore di Gesù è veramente la fonte inesauribile della Misericordia del Padre, la porta per accedere a Lui in piena fiducia.