5 ottobre 2020

Lc10,25-37

Uno dei sentimenti più pericolosi che attanaglia il cuore umano è la solitudine. Si aggrappa al cuore come il peggiore dei demoni e lo consuma lentamente, lo svuota. Viene da chiedersi chi fosse più “solo” quel giorno, se il malcapitato lasciato a terra mezzo morto o non piuttosto i due poveracci che, vedendolo, hanno scelto di andare oltrequello che Luca chiama«un uomo».No, se il nostro cristianesimo non ci umanizza, non è cristianesimo, ma autocondanna alla solitudine. È imparando ad essere “uomini” che diveniamo cristiani.

Il Vangelo non parla di sentimenti particolari, ma di una scelta.Siamo disposti oggi, solo per questa giornata, a farci scomodare, a cambiare programma, a rimetterci del nostro con chi forse neanche potrà ricambiarci? La risposta non sarànelnostro pensiero, non nellanostra convinzione, ma nell’atto, nel gesto concreto che faremo donandonoi stessi.