quarta settimana di pasqua
«Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato» (Gv 13, 16-17).
Questa chiarezza – notiamolo – vien fatta subito dopo quel gesto tanto forte che è la Lavanda dei piedi realizzata da lui ai discepoli. Quel che subito dice è un’affermazione: il servo non è il padrone, ma uno chiamato a servire; l’Inviato non è più importante di chi lo ha mandato. Certo, ognuno è chiamato a vivere secondo quel che Dio ha voluto da Lui: dentro quella Verità di incarico – missione – che dà peso e valore alla vita.Si tratta solo di metterle in pratica!Signore è molto bello che Tu ci anticipi una solare certezza: saremo beati (cioè felici) qui e nella Vita Eterna se, nel nostro quotidiano ci impegniamo a metterle in pratica (Casa di preghiera San Biagio).
«La nostra autentica missione in questo mondo in cui siamo stati posti non può essere in alcun caso quella di voltare le spalle alle cose e agli esseri che incontriamo e che attirano il nostro cuore; al contrario, è proprio quella di entrare in contatto, attraverso la santificazione del legame che ci unisce a loro, con ciò che in essi si manifesta come bellezza, sensazione di benessere, godimento» (Buber Martin).
A cura di don Gian Franco Poli