XIII domenica del tempo ordinario
Mc 5, 21-43
Ogni incontro di un uomo, di una donna con Cristo si può dire sia una lezione sulla preghiera. Gesù aveva promesso che Dio avrebbe risposto sempre a una richiesta fatta con fede: la sua vita è tutta una documentazione di questa realtà. Gesù risponde sempre, pure col miracolo, all’uomo che ricorre a lui con un grido di fede, anche coi pagani. Il cieco di Gerico, il centurione, la cananea, Giairo, l’emorroissa, Marta, sorella di Lazzaro, la vedova che piange sul figlio, il papà del bambino epilettico, Maria alle nozze di Cana: sono tutte pagine meravigliose sull’efficacia della preghiera. Gesù accoglie la preghiera, ma Egli prima di fare il miracolo sposta l’asse, cioè passa dall’oggetto (la guarigione) a colui che opera il miracolo. Egli vuole sapere: «Tu credi che io possa farlo? Hai fede? Hai fede in me?». Quante volte, infatti, il Signore dice: «Ti sia fatto secondo la tua fede»; oppure: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male». Le guarigioni non sono fini a sé stesse, ma vengono operate per ottenere la fede in Dio. Si passa da una fede imperfetta a una fede pura, perfetta; si passa dalla guarigione del corpo a quella dello spirito.
don Paolo Ciccotti, Sulla Tua Parola – Il messalino, giugno 2024.