Tempo ordinario (IV)
«Esci, spirito impuro da quest’uomo» (Mc 5, 8)
L’evangelista Marco, abitualmente più conciso ed essenziale nei racconti ripresi dagli altri evangelisti, si dilunga invece nel presentarci la liberazione dell’indemoniato di Gerasa: si tratta di una vera e propria risurrezione interiore di un uomo che, da posseduto e indomabile, se ne sta accanto al Signore “seduto, vestito e sano” … lui che era abituato a vivere tra i “sepolcri”. Secondo gli esorcisti dell’epoca, la conoscenza del nome di un demonio dava un potere su di lui, e il Signore obbliga interiormente quell’uomo a smascherare la “legione” che lo abita dichiarandone il nome e decretandone così l’espulsione.
Grazie, Signore Gesù! Non derisione o pietà per il male degli uomini e per il nostro male, ma la via di una condivisione solidale, che sciolga le catene e ceppi che costringono la nostra vita: questa è la via che ci mostri, Signore, con la tua vita e con la tua parola. Fa che, rivestiti dell’abito festoso di una umanità finalmente integra, possiamo un giorno sederti accanto, assieme ai molti testimoni che, silenziosamente e fedelmente hanno incarnato il tuo Vangelo (Michael Davide Semeraro).
«Cari fratelli e care sorelle, è troppo poco denunciare il male, anche quello che serpeggia in mezzo a noi. Ciò che si deve fare è decidere una conversione davanti ad esso. La semplice denuncia può darci l’illusione di aver risolto il problema, ma in realtà quello che conta è operare dei cambiamenti che ci mettano nella condizione di non lasciarci più imprigionare dalle logiche del male, che molto spesso sono logiche mondane. In questo senso, una delle virtù più utili da praticare è quella della vigilanza. Gesù descrive la necessità di questa attenzione su noi stessi e sulla Chiesa – la necessità della vigilanza – attraverso un esempio efficace: «Quando lo spirito impuro esce dall’uomo – dice Gesù –, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima» (Lc 11,24-26). La nostra prima conversione riporta un certo ordine: il male che abbiamo riconosciuto e tentato di estirpare dalla nostra vita, effettivamente si allontana da noi; ma è da ingenui pensare che rimanga lontano per lungo tempo. In realtà, dopo un po’ si ripresenta a noi sotto una nuova veste. Se prima appariva rozzo e violento, ora invece si comporta in maniera più elegante ed educata. Allora abbiamo ancora una volta bisogno di riconoscerlo e smascherarlo. Permettetemi l’espressione: sono i “demoni educati”: entrano con educazione, senza che io me ne accorga. Solo la pratica quotidiana dell’esame di coscienza può far sì che ce ne rendiamo conto. Per questo si vede l’importanza dell’esame di coscienza, per vigilare la casa» (Francesco, 23 dicembre 2022).