San Filippo e Giacomo apostoli
«Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli» (1 Cor 15, 7)
Oggi la Chiesa celebra la memoria di due apostoli, Filippo e Giacomo. È l’occasione, per noi, di attingere alle radici della nostra fede.Due apostoli che ci richiamano alla saldezza della nostra fede, alla verità delle nostre certezze. Dobbiamo imparare a riconoscerli come fratelli, persone realmente esistite, uomini che hanno faticato, lottato, creduto. Così possiamo imparare da loro, imitare il loro ardore, compatire i loro (e nostri) limiti ed errori. Filippo è di Betsaida, la città di Pietro. Discepolo del Battista, lo troviamo entusiasta discepolo di Gesù, lo abbiamo incontrato ieri nell’episodio della moltiplicazione dei pani. Uomo di mezzo, del confronto, del meticciato, pontiere per vocazione, pur essendo di ascendenze greche (così lascia supporre il nome), ha fra i suoi amici Natanaele il conservatore, ma a lui si rivolgono i pagani per incontrare Gesù. Ben diverso da Giacomo cugino di Gesù e vescovo di Gerusalemme, autore delle lettere apostoliche che portano il suo nome, conosciuto nella comunità per la sua continuità con la tradizione ebraica (eccessiva, secondo san Paolo). Persone molto diverse per carattere ed esperienza e che, pure, hanno saputo superare le differenze mettendo al centro il Signore Gesù (Curtaz Paolo).
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo Signore nostro.
Tu hai stabilito la tua Chiesa
sul fondamento degli apostoli,
perché sulla terra sia segno visibile
della tua santità nei secoli
e trasmetta a tutti gli uomini
gli insegnamenti che sono via al cielo.
Per questo mistero di salvezza,
uniti a tutte le schiere degli angeli,
ora e sempre, con cuore riconoscente,
proclamiamo nel canto la tua lode (Prefazio degli Apostoli).
A cura di don Gian Franco Poli