«Non essere più incredulo, ma credente!»
Spesso la nostra fede è costellata dai dubbi e, per diventare credenti, abbiamo bisogno di vedere e toccare con mano, ossia di fare esperienza del Signore risorto nella nostra vita. Non è sufficiente la testimonianza dei fratelli e delle sorelle.
Forse non a caso San Tommaso Apostolo era soprannominato Dìdimo, gemello, per il fatto che molti di noi ci ritroviamo ad essere suoi gemelli, ossia con le sue stesse caratteristiche, in quanto non si può lasciar trasparire un annuncio che non ci ha avvolti in ognuno dei nostri sensi; non si può portare la luce della fede senza esserne in qualche modo illuminati.
Caro Tommaso, perdonaci se ci siamo soffermati solo e soltanto sulla tua ‘incredulità’ tanto da dimenticare i risvolti positivi. Grazie perché ci ricordi che la fede chiede di tradursi nell’esperienza di un Mistero che si lascia udire, vedere e toccare.