Tempo ordinario (IV) – San Biagio
«Quel Giovanni che io fatto decapitare è risorto» (Mc 6, 16)
Il martire Biagio è ritenuto dalla tradizione vescovo della comunità di Sebaste in Armenia al tempo della “pax” costantiniana. Avendo guarito miracolosamente un bimbo cui si era conficcata una lisca in gola, è invocato come protettore per i mali di quella parte del corpo. A questo risale il rito della “benedizione della gola”, compiuto con due candele incrociate.
Marco presenta l’uccisione di Giovanni non tanto come il martirio di un eroe, quanto come rifiuto del disegno di Dio: segno perciò premonitore dell’opposizione del mondo a Gesù e i suoi discepoli. A tutti viene chiesto di vivere la quotidianità con straordinaria fede, compiendo nel silenzio quotidiano gesti eroici nelle piccole e grandi difficoltà.
«Fanno tutto questo perché c’è lo spirito di fortezza che li aiuta. Non conosciamo i loro nomi, ma sono i santi del quotidiano e vivono nascosti in mezzo a noi.Onorano la nostra Chiesa perché sono forti: forti nel portare avanti la loro vita, la loro famiglia, il loro lavoro, la loro fede”. È la testimonianza silenziosa dei martiri di ogni giorno che non comporta la morte, ma anch’essa “è un ‘perdere la vita’ per Cristo, compiendo il proprio dovere con amore, secondo la logica di Gesù, la logica del dono, del sacrificio” (Francesco, Angelus, 23 giugno 2013)
O Glorioso martire San Biagio,che hai promesso di esaudire le preghieredi quanti ricorrono con fede al tuo patrocinio,ottienimi da Dio di essere liberato dai mali di gola e da ogni altro male.Prometto, col tuo aiuto, di vivere con più impegnoe coerenza la mia fede cristiana,onorando Dio ed amando i miei fratelli.Amen.