XVII settimana del tempo ordinario
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là (Mt 13, 47-53).
La rete che contiene pesci buoni e cattivi: nella comunità cristiana sono raccolti santi e peccatori, e tutto questo è secondo la volontà di Dio, per cui la Chiesa non deve ritenersi una pura comunità di santi. Questa mescolanza, tuttavia, è solo temporanea: alla fine dei tempi, santi e peccatori verranno separati da un destino opposto. Lo scriba divenuto discepolo del regno dei cieli: il discepolo che Gesù ha istruito sul regno di Dio e i suoi misteri è lo «scriba vero». Come tale egli è simile ad un padrone di casa che trae fuori dal suo scrigno cose vecchie e nuove, non per ostentare la sua ricchezza ma per farne parte ad altri. Le «cose nuove» che lo scriba possiede sono le conoscenze relative al regno di Dio, quindi l’annuncio portato da Gesù, il Vangelo. Per «cose vecchie» si intende probabilmente l’Antico Testamento, che contiene pure la rivelazione divina e perciò non è stato privato del suo valore dal Vangelo. Come «scriba», il discepolo di Gesù istruito sul regno di Dio non possiede la sua conoscenza ed esperienza religiosa soltanto per sé: egli è chiamato a farne parte ad altri, in quanto «depositario dei misteri di Dio». In questo senso, i discepoli di Gesù sono stati ammaestrati allo scopo di divenire a loro volta maestri, che indichino agli altri la via che conduce al regno di Dio. In certa misura anche io sono «depositario dei misteri del regno di Dio». Lo sono solo per me? O distribuisco le mie ricchezze spirituali a quanti mi avvicinano?
A cura di Don Gian Franco Poli