venerdì – V giorno fra l’Ottava di Natale
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servovada in pace, secondo la tua parola,perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,preparata da te davanti a tutti i popoli:luce per rivelarti alle gentie gloria del tuo popolo, Israele».Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori» (Lc 2, 22-35).
Ci vengono presentate insieme due scene separate nel tempo. La prima è la circoncisione di Gesù con la imposizione del nome. Gesù, come il suo precursore viene formalmente contrassegnato come membro del popolo attraverso il quale si sarebbe realizzata la salvezza del mondo. Come era avvenuto per Giovanni, anche per Gesù il nome è stato fissato dall’angelo, cioè da Dio prima del concepimento. Nella seconda scena Luca ci narra la purificazione della madre e la presentazione di Gesù al Tempio. Secondo la legge mosaica, la puerpera era “impura” e doveva recarsi al Tempio per essere dichiarata “pura” dal sacerdote che prestava servizio quella settimana. Solo la madre era “impura”, ma Luca dice “la loro purificazione”: forse intende che la presentazione di Gesù è come una specie di purificazione o di santificazione. La “presentazione” di Gesù non era un atto imposto dalla legge: Luca pensa al piccolo Samuele che in seguito al voto fatto dalla madre, che era sterile, viene consacrato al servizio di Dio e portato al santuario per prestarvi servizio tutta la vita. E come il vecchio sacerdote Eli accetta la consacrazione di Samuele al Signore e benedice i suoi genitori, così Simeone “benedice” i genitori di Gesù. Il breve salmo di Simeone è un inno di lode a Dio che ha realizzato la sua promessa. Per la prima volta nei racconti dell’infanzia, viene superato l’orizzonte giudaico: anche i popoli pagani saranno testimoni della salvezza messianica, salvezza che viene descritta come una luce inviata da Dio che illumina le menti dei pagani e manifesta la gloria d’Israele come popolo della promessa. Rivolgendosi a Maria, Simeone le predice che molti eletti di Dio respingeranno Gesù: viene così anticipato uno dei temi fondamentali del terzo vangelo, lo scandalo del rifiuto, e sottovoce ma con chiarezza, viene annunciata la croce. La “spada” che trafiggerà l’anima di Maria sono i dolori che ella soffrirà nel vedere suo Figlio rifiutato da parte del suo popolo.
A cura di Don Gian Franco Poli