Lc 15,1-3.11-32
Oggi la liturgia ci propone la così detta parabola del figliol prodigo, a tutti molto nota, ma proprio per questo motivo corriamo il rischio di leggerla, udirla, ma non ascoltarla. La Parola ha una forza vitale in sé ed ogni volta che è proclamata, è vita per me oggi! Ogni giorno siamo chiamati a conversione, perché mai possiamo ritenerci arrivati e l’ascolto libero e autentico, ci aiuta a vedere e fare il passo che oggi possiamo compiere.
I due figli sono entrambi presenti in noi; seppur in modo diverso, entrambi lontani. Il Signore forse ci chiede come per il figlio minore di tornare indietro sui nostri passi, dopo aver cercato inutilmente la felicità altrove. Oppure ci chiede un passo di libertà che ci permetta di scoprire la bellezza dell’amore gratuito, del sentirsi sempre bisognosi di fronte a lui. Ma certamente ci chiede di diventare come questo padre che ama sempre, che attende con fede e pazienza. Ci chiede di assumere il suo sguardo di misericordia sugli eventi, sui fratelli e le sorelle che ci pone accanto.