Per il giovane ricco, la figura che oggi la liturgia ci propone, la vita diventa triste, possiede tutto, ma non ha un senso, non segue nessun sogno. Chi tiene stretti i suoi beni ne diventa prigioniero, non c’è spazio per accogliere altro. Chi è prigioniero è triste, perché solo la libertà dona la gioia eil segreto della gioia è rischiare, mettersi in gioco. Dare senso alla vita dà gioia e il senso è sempre relazione: il senso della vita è essere amati e amare.
Riconoscerci poveri, bisognosi ci rivela che la verità, la bellezza, la dignità del nostro essere creature è tutta nel riceverci momento per momento dal Creatore. Questa fiducia, questo abbandono in Lui dà pienezza alla vita.