“nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di dio” (Lc 9,62)
Gesù s’incammina verso Gerusalemme e apre a noi la via: seguirlo è entrare in un mistero di contraddizione con la logica mondana. A fermarci nel nostro itinerario non possono essere le nostre certezze, i nostri legami, il nostro attardarci, sia pur per ragioni vere e giuste. La sequela è un lasciarci sorprendere da un Dio che spesso noi non conosciamo e scopriamo lungo il cammino, da un Dio che spesso riteniamo negativamente esigente, ma che in realtà ci chiede la priorità in tutto, solo per farci sperimentare la tenerezza del suo prendersi cura di noi. Dio non vuole mettere a confronto l’amore per Lui con quello per le persone a noi legate da vincoli sacri, ma semplicemente lasciare che noi ci liberiamo dal nostro egoismo, perché l’amore in noi sia uno e unico, libero da ogni appropriazione, perché il nostro sguardo sugli altri sia il suo sguardo, sia Lui ad amare in noi.