lunedì della seconda settimana di quaresima
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio» (Lc 6, 36-38).
Un fratello andò a visitare uno dei padri della laura di Suca sopra Gerico e gli disse: «Allora, Abba, come stai?». L’anziano rispose: «Male». Il fratello disse: «Perché, Abba?». L’anziano rispose: «Perché sono trent’anni che mi tengo ritto davanti a Dio durante la mia preghiera, e ora maledico me stesso dicendo a Dio: «Non aver pietà di tutti quelli che commettono iniquità», e «Maledetti quelli che si allontanano dai tuoi comandamenti». E io che sono un bugiardo dico ogni giorno a Dio: «Danna tutti quelli che mentono”. E io che ho del rancore contro mio fratello, dico a Dio: “Perdonami come anche noi perdoniamo». Ed io che metto ogni mia preoccupazione nel mangiare, dico: “Ho dimenticato di mangiare il mio pane». E dormendo sino al mattino, vado salmodiando: “Nel mezzo della notte mi sono svegliato per confessarti». Non possiedo assolutamente alcuna compunzione e dico: “Ho penato nel mio pianto e le lacrime hanno preso il posto del pane giorno e notte». E mentre ho nel cuore pensieri perversi, dico a Dio: «La meditazione del mio cuore è davanti a te sempre». Ed io che non digiuno assolutamente, dico: “I miei ginocchi si sono indeboliti causa il digiuno”. E pieno d’orgoglio e di godimento della carne mi rendo ridicolo salmodiando: “Guarda la mia umiltà e la mia pena e rimettimi tutti i miei peccati». E io che non sono ancora pronto dico: “Il mio cuore è pronto, o Dio». E, in una parola, tutto il mio Uffizio e la mia preghiera tornano a me in rimprovero e in vergogna». Il fratello disse all’anziano: «Penso, Abba, che Davide disse tutto ciò per sé stesso». Allora l’anziano disse piangendo: «Che dici, fratello? Di certo, se noi non osserviamo ciò che salmodiamo di fronte a Dio, andiamo in perdizione» (Detti dei Padri del deserto).
Preghiera
Signore Gesù Cristo,
oggi ti chiedo di poter perdonare
tutte le persone della mia vita.
So che tu me ne darai la forza.
Ti ringrazio perché tu mi ami
più di quanto io non ami me stesso;
e perché tu vuoi la mia felicità
più di quanto non la desideri io.
Signore Gesù,
voglio essere liberato dal risentimento,
dall’amarezza e ti chiedo in particolare la grazia
di perdonare la persona che mi ha fatto
soffrire più di ogni altra,
che dicevo di non poter perdonare
e che mi riesce così difficile perdonare,
consapevole che solo attraverso il perdono
può tornare la pace nel mio cuore
aprendo così la strada
alla possibilità di una riconciliazione. Amen.
p style=“text-align: right;”A cura di don Gian Franco Poli