24 dicembre 2024

Martedì della quarta settimana di Avvento

Lc 1, 67-79
Luca nella pericope precedente aveva detto che a Zaccaria “si sciolse la lingua e parlava lodando Dio”: adesso ci dice quale fosse il suo canto di lode. Il cantico di Zaccaria (o Benedictus) nella prima parte riassume la storia della salvezza, mettendo in evidenza la misericordia di Dio e la sua fedeltà all’alleanza: Dio viene “benedetto”, cioè lodato e glorificato per le potenti opere di salvezza operate per mezzo del Messia, in piena fedeltà alle promesse fatte ai padri. Dio “ha visitato” il suo popolo: la Scrittura usa questa espressione per dire gli interventi di Dio che punisce o fa grazia, come in questo caso. La seconda parte è diretta al neonato bambino e con parole profetiche canta la missione che Dio gli ha affidato: sarà chiamato “profeta dell’Altissimo” perché precederà il Signore e gli preparerà le vie, affinché il popolo abbia la salvezza, la quale viene specificata come remissione dei peccati, luce che illumina coloro che vivono nelle tenebre, pace come pienezza di vita e sintesi dei doni divini. Luca insiste molto sulla pace come dono messianico per eccellenza. Questo cantico mi dice che Dio per mezzo del Cristo prepara all’umanità una salvezza definitiva: ci libera dai nemici e ci stabilisce nella santità del suo servizio, nella giustizia e nella pace. Riesco io a vedere la realizzazione di tutto questo nella mia storia personale e nella storia in generale? Oppure mi pare siano tutte parola astratte, molto belle, ma lontane dalla realtà?

P style=“text-align: right;”A cura di Don Gian Franco Poli