sabato della XI settimana del tempo ordinario
Mt 6, 24-34
Ancora una messa in guardia dalla ricchezza affannosamente ricercata: il progetto vivificante di Dio si oppone ai progetti di arricchimento. “Servire” in questo caso è sinonimo di “amare”. Chi serve Dio ama Dio. Chi serve “mammona”, il denaro (e magari si illude perché crede che è lui che “si serve” del denaro) ama il denaro. Servire Dio significa fare proprio il suo progetto di comunione nell’amore, di misericordia e riconciliazione, di solidarietà e condivisione. Servire il denaro significa inserirsi nel circolo dell’individualismo e dell’ambizione nel quale si confida nel denaro come fonte di sicurezza e potere. Guardando poi la società in generale, servire il denaro significa consolidare la struttura economica che favorisce l’arricchimento di minoranze, a spese delle maggioranze sfruttate e impoverite. Ovviamente Gesù non vuole distoglierci dal lavoro e dall’impegno per l’esistenza terrena. Ci dice il modo giusto di rapportarci ai beni economici: sono cose che ci servono, ma non danno il senso alla vita, perché quello lo dà solo Dio. Sinceramente, posso dire di essere totalmente “libero” da ogni attaccamento al denaro e alla ricchezza? Devo insistere sulla parola “libero”.
p style=“text-align: right;”A cura di don Gian Franco Poli