mercoledì – San Luigi Gonzaga
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà» (Mt 6, 1-6.16.18).
Continua il discorso di Gesù sulla vera giustizia. Adesso presenta tre pratiche religiose particolarmente stimate: l’elemosina, la preghiera e il digiuno. Il discorso di Gesù è molto chiaro: tutte e tre le pratiche sono in sé buone, ma possono essere rovinate dalla intenzione con cui si fanno: la lode degli uomini, l’ambizione personale, e altre motivazioni simili che riducono preghiera digiuno e penitenza a formalità puramente esteriori. Gesù smaschera il contegno ipocrita e indica la via giusta, con parole estremamente chiare. In fondo si tratta sempre di mettere Dio e la sua volontà al centro del proprio agire. Gesù insiste sulla ricompensa che avranno le “opere buone”: ma non dice che bisogna agire bene soltanto per la ricompensa divina, bensì che la ricompensa divina è garantita da sé, quando c’è l’intenzione retta.“In-tenzione” indica “tendere a”: a cosa tende il mio agire quotidiano? Se analizzo le mie motivazioni, le trovo “evangeliche” o un poco “farisaiche”?
A cura di don Gian Franco Poli