2 maggio 2024 – giovedì – Sant’Atanasio Vescovo e Dottore della Chiesa
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi (Gv 15, 9-11).
L’invito di Gesù è chiaro: rimanere e osservare i comandamenti. Si tratta innanzitutto di rimanere in lui, senza questo non sarà possibile osservare i suoi comandamenti. Il nostro agire – pena degenerare in una sorta di moralismo – è preceduto dal dono di grazia: uniti intimamente a lui, come il tralcio alla vite, possiamo anche noi agire con Cristo per la vita del mondo. La morale cristiana è conseguenza dell’essere nuovo ricevuto in dono, è infatti da questa novità che sgorga la vita nuova. Per dirla con un’espressione classica, l’agire segue l’essere. Comprendiamo, così, che l’osservanza del comandamento divino che ci è chiesta altro non è se non l’agire secondo la nostra nuova identità: non si tratta di una obbedienza esteriore, ma di una corrispondenza – una esigenza di conformità, per dirla con san Charles de Foucauld – al dono del nuovo essere ricevuto nel Battesimo. Il Signore sempre ci precede e questo è per noi motivo di gioia autentica e così l’osservanza della sua legge d’amore diventa il segno del nostro rimanere in lui. La scelta di fondo per Cristo si manifesta, si invera e si conferma nelle piccole e grandi azioni di ogni giorno (DON PAOLO CICCOTTI, Sulla tua parola. Il Messalino – maggio-giugno 2024, Editrice Shalom).
p style=“text-align: right;”A cura di don Gian Franco Poli