«Non sono io il profeta».
Ma come? Non è proprio lui, il Battista, l’ultimo dei profeti dell’antica Legge?
In effetti, Giovanni non nega di proferire parole in nome di Dio, ma afferma di non essere
quel
Profeta che tutti aspettavano, il Messia promesso. In questo, il Battista, è di esempio per quanti sono
chiamati, a titoli diversi, a parlare in nome di Dio: è sempre indispensabile rimandare
oltre
la
ricerca e l’ascolto, a quel Dio che ci abita che parla
dentro
ciascuno di noi. E poi la sua profezia non
è come quella che siamo abituati a sentire oggi:
“…È un tempo difficile, Bisogna avere pazienza…
passerà
”. No, Giovanni, richiama invece all’impegno di mettere a frutto il tempo presente con la
sua difficoltà, come mezzo di purificazione: questo è il modo di vivere le difficoltà, trasformandole
in opportunità di un avvicinamento sempre più autentico al Dio della vita.