Lunedì della prima settimana di Avvento
Mt 8, 5-11
Dopo il Discorso della Montagna, Matteo raggruppa dieci miracoli compiuti da Gesù, segno della vicinanza di Dio all’umanità. Essi aiutano a comprendere che lo stile di vita così esigente espresso nel Discorso, è reso possibile dalla potenza di Dio che opera in chi crede. Il centurione (comandante di cento soldati) è un pagano, quindi fuori del popolo eletto, ma ricco di fede: una fede che in lui si manifesta come affidamento a Gesù e come convinzione ferma che la parola di Gesù è potente perché proviene da Dio stesso, per cui a lui basta pronunciare una parola senza necessità di una sua visita o di un contatto personale (un po’ come accade a lui con i suoi soldati: “Io dico a uno: Va’, ed egli va…”). Certo, la sua non poteva essere una fede matura, “cristiana”, ma una fiducia generale nel potere di Gesù e nella sua prontezza nell’aiutare: questo appunto è decisivo per farsi seguaci di Gesù. Come è noto la sua stupenda confessione di fede (“Signore, io non sono degno… ma di’ soltanto una parola…) è passata nella liturgia. Quella stessa fede non tutti “i figli del regno” (il popolo d’Israele) l’avranno: e gravissime ne saranno le conseguenze. Di fronte a Gesù, qual è il mio atteggiamento? quello del centurione? O anch’io merito il rimprovero rivolto ai “figli del regno”? In questa prima settimana di avvento, rivedrò la mia vita di fede. Un esame di coscienza generale non fa mai male.
P style=“text-align: right;”A cura di Don Gian Franco Poli