“alla vista di gerusaleme, Gesù pianse su di essa” (Lc 19,41).
Chi potrà mai asciugare le lacrime dal volto di una madre che piange per la perdita della sua creatura? “Dio ha il volto di un padre, ma il cuore di una madre” e, come l’amore di una madre, non sopporta la perdita di uno solo di noi. E se, cosa inaudita ma pur vera oggi, “ci fosse una madre che si dimenticasse del suo bambino, Egli non potrà mai dimenticarsi di noi”. “Dio attraversa l’universo – scrive Simon Weil – e viene fino a noi. Viene quando è la sua ora. Noi abbiamo la facoltà di acconsentire ad accoglierlo o a rifiutarlo. Se restiamo sordi egli torna e ritorna ancora, come un mendicante. Ma un giorno, come un mendicante non torna più…” Dio non è un incantatore, egli accetta la nostra libertà, anche quando noi lo rifiutiamo. E’ proprio l’Amore “infinitamente più infinito di Dio” a non escludere la nostra libertà di rifiutarlo e quindi la possibilità ad autoescluderci, sin da ora, dalla nostra felicità che è Lui.