martedì terza settimana di avvento
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso.
Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini» (Lc 1, 5-25).
Luca, dopo un breve prologo redazionale, inizia il suo vangelo narrando l’annuncio della nascita di Giovanni Battista e di Gesù fatto dall’angelo Gabriele rispettivamente a Zaccaria e a Maria. In tal modo, i due sono associati fin dalla loro concezione miracolosa, anche se traspare già la dimensione straordinaria di Gesù rispetto a quella di Giovanni. Il tutto è organizzato secondo lo schema in tre parti già tradizionale nell’Antico Testamento: annuncio della nascita, assegnazione del nome, specificazione del destino del bambino. Sempre in linea con l’Antico Testamento, il seno sterile e la vecchiaia sono le condizioni di impotenza umana nelle quali opera la potenza divina. La preghiera di Zaccaria, nonostante quello che si legge nel seguito del versetto, non era la richiesta di avere un figlio: non si spiegherebbe la sua incredulità. La preghiera che il sacerdote rivolgeva a Dio a nome del popolo riguardava probabilmente la salvezza messianica: è questa la preghiera di Zaccaria che è stata esaudita, quando l’angelo gli annuncia un figlio. La concezione prodigiosa e l’assegnazione del nome da parte dell’angelo [era un diritto del padre] stanno a indicare che quel bambino è un dono di Dio in senso speciale, un figlio della grazia come i grandi personaggi dell’AT nati anch’essi da genitori sterili. Il nome stesso di Giovanni, “Dio è misericordioso”, allude all’imminenza dell’era messianica di redenzione. Che si tratti di un personaggio dono di Dio lo conferma l’eccezionale ritratto tracciato dall’angelo che lo presenta come l’immediato precursore e battistrada di Dio che viene a giudicare. Così, fin dall’inizio l’evangelista vuole rendere il lettore consapevole del fatto che gli avvenimenti narrati circa l’infanzia di Gesù e del suo precursore sono i dati essenziali di uno speciale intervento prodigioso di Dio nel corso della storia umana. In fondo, ogni cristiano è un “precursore” di Gesù in quanto indirizza gli altri avverso di lui: per me è così?
A cura di Don Gian Franco Poli