Seconda settimana di quaresima
«Lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista» (Is 1, 16)
Di fronte alle sollecitazioni del profeta: «Allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni», c’è chi dice: «Ma, Signore, io non faccio il male; vado a messa tutte le domeniche, sono un buon cristiano, faccio tante offerte». Ma tu sei entrato nel tuo cuore? Sei capace di accusare te stesso nelle cose che trovi lì? E nel momento in cui si avverte la necessità della conversione, ci si può anche chiedere: Ma come posso convertirmi? La sporcizia del cuore non si toglie come si toglie una macchia: andiamo in tintoria e usciamo puliti. Si toglie col fare. La conversione è fare una strada diversa, un’altra strada da quella del male. Conversione significa quindi che siamo chiamati a fare il bene «ai più bisognosi: la vedova, l’orfano, gli ammalati, gli anziani abbandonati, che nessuno ricorda»; ma anche «i bambini che non possono andare a scuola» o i bambini «che non sanno farsi il segno della Croce». Perché, ha evidenziato con amarezza il Pontefice, in una città cattolica, in una famiglia cattolica ci sono bambini che non sanno pregare, che non sanno farsi il segno della Croce. E allora occorre andare da loro a portare l’amore del Signore (Omelia Santa Marta, 3 marzo 2015).
Impegno:
Mettiti in cammino per convertirti, per fare il bene; sempre troviamo una strada che non è quella giusta, per sembrare più giusti di quello che siamo: è la strada dell’ipocrisia (Omelia Santa Marta, 3 marzo 2015).