Mt 20,1-16
Questa parabola di Matteo ci mette in guardia da un pericolo sempre in agguato nella vita spirituale: la tentazione di misurare il proprio rapporto con Dio, la sua benevolenza nei nostri confronti, in base al suo agire sugli altri. L’invidioso ha l’occhio malato: guardando gli altri, perde di vista lo sguardo che Dio ha su di lui. Invece di gioire della bontà del padrone che dà la stessa paga agli ultimi lavoratori, s’intristisce, scorgendo l’“ingiustizia” fatta nei suoi confronti. È lo stesso sguardo di Caino su Abele. La giustizia di Dio non si fonda sui nostri meriti, ma sulla sua gratuità. Gioire di questa gratuità ci rende sin d’ora più simili a Dio e più vicini agli altri, primi con i primi e ultimi con gli ultimi.