giovedì – Sant’Ignazio d’Antiochia
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca (Lc 11, 47-54).
Leggiamo ora le altre due invettive, sempre contro la degenerazione della religione chiusa in sé stessa, nelle sue osservanze rituali, nelle sue rigidità, nella sua ipocrisia. A quel tempo s’era iniziato ad erigere monumentali tumuli funerari ai grandi profeti del passato, i quali erano stati ignorati, vilipesi, ed anche uccisi per la loro predicazione. Gesù sceglie come emblema Abele e Zaccaria, il primo e l’ultimo dei delitti narrati dalla Bibbia ebraica, e segno di tutti i martiri a cui furono sottoposti i giusti. Voi, dice Gesù, onorate i profeti morti che i vostri padri maltrattarono e uccisero, ma con quelli vivi fate come loro. E in ciò parla evidentemente di sé stesso e dei suoi discepoli. L’ultima invettiva è contro i dottori della legge che hanno tenuto solo per sé o nascosto la chiave della scienza, vale a dire la conoscenza, la comprensione della Scrittura, che mostra all’uomo la via e la porta per entrare nel regno di Dio: anziché essere maestri che aprivano questi tesori ai semplici e ai poveri desiderosi di penetrare nella parola di Dio, essi si sono arroccati nei loro privilegi e nel loro orgoglio rimanendo così a loro volta fuori del regno di Dio. In seguito alle gravi accuse di Gesù, l’antagonismo nei suoi riguardi da parte di coloro che ne sono colpiti aumenta fino a diventare odio. D’ora in avanti, essi sono in agguato e decisi ad ucciderlo. In fondo, potrebbero riferirsi in qualche misura anche a me la parola “invierò loro dei profeti e degli apostoli”, e soprattutto quelle successive, “essi ne uccideranno alcuni e ne perseguiteranno altri”. Ma se non mi è mai capitato di essere “perseguitato”, trattato male, rifiutato, messo in discussione, per “il vangelo”, forse è bene che mi interroghi sulla autenticità della mia vita di fede.
p style=“text-align: right;”A cura di Don Gian Franco Poli