mercoledì – Seconda settimana del Tempo Ordinario
Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire (Mc 3, 1-6).
Gesù non metteva tempo in mezzo; la guarigione veniva prima della Legge, anche di quella così sacra come il riposo del sabato. I dottori della Legge rimproveravano Gesù perché guariva il sabato, faceva il bene il sabato. Ma l’amore di Gesù era dare la salute, fare il bene: e questo va sempre al primo posto! […] Gesù quel sabato rischiò la vita, perché, dopo che guarì quella mano, farisei ed erodiani, due partiti opposti tra loro, che temevano il popolo e anche l’impero, fecero i loro calcoli e complottarono per ucciderlo.
p style=“text-align: right;”>A cura di Francesco, Vangelo secondo Marco, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2020, p. 19