15 novembre 2020

Mt 25,14-30

 

La parabola dei talenti

Nel momento del giudiziociò che conta è aver compreso la volontà del Signore e l’averincarnato nella vita quello che si è appreso. Il merito dei primi due servi è quello di aver fatto discernimento e di aver messo in pratica la volontà del padrone: far fruttificare con coraggio, anche rischiando, i tesoriloro consegnati. Papa Francesco direbbe: meglio una Chiesa incidentata che paralizzata.

È singolare notare come Matteo sottolinei: “a ciascuno secondo la propria capacità”. Questa precisazione rivela come il padrone non sia preoccupato tanto di guadagnare, quanto di stimolare la “capacità” di ciascuno. Il “bene” affidato è lo stimolo della grazia divina, mentre il frutto atteso è la maturazione della persona per il bene della comunità.