Venerdì San Giovanni Crisostomo – vescovo e dottore della Chiesa
Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello» (Lc 6, 39-42).
Il rischio c’è eccome. Quello di essere come delle guide cieche che conducono altri. Per cadere entrambi in un fosso. Siamo guide cieche quando pretendiamo di conoscere la strada, senza ammettere con umiltà che Cristo è l’unica via, siamo guide cieche, come spiega magnificamente il Signore, quando, pieni di noi stessi, crediamo di essere capaci di giudicare gli altri senza prima togliere la trave che portiamo nel nostro occhio. Siamo guide cieche quando ci sostituiamo a Dio, magari proprio nel suo nome, e pensiamo di essere se non proprio dei maestri almeno dei bravi istruttori sulla via della santità. No: uno solo è il Maestro e noi siamo tutti discepoli. Tutti, anche il migliore fra noi, anche chi è più avanti nella conoscenza di Dio, anche chi crede di sapere già molto, anche chi fra noi ha un ruolo per la comunità, anche chi è prete o vescovo o maestro dei novizi. Siamo tutti discepoli e dobbiamo vigilare costantemente, fare in modo che nessuna trave ci impedisca di vedere dove mettere il piede. Ristabiliamo le priorità nella nostra vita, seguiamo saldamente le orme del Maestro.
p style=“text-align: right;”A cura di Paolo Curtaz