lunedì della terza settimana di quaresima
«…ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone» (Lc 4, 26)
Lo stile di Dio è la semplicità: inutile cercarlo nello spettacolo mondano. Anche nella nostra vita egli agisce sempre nell’umiltà, nel silenzio, nelle cose piccole. Mentre la gente sentiva con piacere quello che diceva Gesù, a qualcuno non è piaciuto quello che diceva, e forse qualche chiacchierone si è alzato e ha detto: questo è il figlio del falegname e ben lo conosciamo! Tutti cercavano lo spettacolo; Dio agisce nell’umiltà, nel silenzio, nelle cose piccole. E se noi vediamo tutta la storia della salvezza, troveremo che sempre il Signore fa così, sempre, con le cose semplici (Francesco, Omelia Santa Marta, 9 marzo 2015).
Un’altra lezione che la Chiesa deve ricordare sempre è che non può allontanarsi dalla semplicità, altrimenti disimpara il linguaggio del Mistero e resta fuori dalla porta del Mistero, e, ovviamente, non riesce ad entrare in coloro che pretendono dalla Chiesa quello che non possono darsi da sé, cioè Dio. A volte, perdiamo coloro che non ci capiscono perché abbiamo disimparato la semplicità, importando dal di fuori anche una razionalità aliena alla nostra gente. Senza la grammatica della semplicità, la Chiesa si priva delle condizioni che rendono possibile “pescare” Dio nelle acque profonde del suo Mistero (Francesco, Discorso, 27 luglio 2013).
Impegno:
Sarà quindi utile in questo periodo ricordare le tante volte in cui nella nostra vita il Signore ci ha visitato con la sua grazia e abbiamo capito che l’umiltà e la semplicità sono il suo stile (Francesco, Omelia Santa Marta, 9 marzo 2015).