13 maggio – lunedì VII settimana di pasqua
In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!» (Gc 16, 29-33).
I discepoli sono convinti di aver compreso gli insegnamenti di Gesù e di vivere una piena adesione a lui, ma non è così. Succede anche a noi talvolta di pensare di avere raggiunto determinate sicurezze e certezze, ma poi di fronte a un imprevisto ci troviamo catapultati nell’angoscia più totale e in quei momenti cominciamo a dubitare di tutto. Sembra persino che venga meno la fede stessa proprio nell’ora in cui ne abbiamo maggiormente bisogno. Gesù ci mette in guardia e insieme ci rassicura: sì, è vero avremo tribolazioni, ma «coraggio: io ho vinto il mondo!». Gesù ha già vinto e ora vuole estendere in ciascuno di noi la sua vittoria. Ecco dove sta la nostra sicurezza di vita, non in un discorso convincente, ma nella presenza del Risorto tra noi. A Fatima, come via sicura per vivere tutto questo, Maria ci ha indicato la devozione al suo cuore immacolato. Il messaggio di Fatima è un grande richiamo alla conversione: Maria ci ricorda che l’ultima meta dell’uomo è il cielo, sua vera casa dove il Padre celeste, nel suo amore misericordioso, è in attesa di tutti. Nella sua sollecitudine materna, la santissima Vergine è venuta per chiedere agli uomini di «non offendere più Dio, nostro Signore, che è già molto offeso», ma di tornare a lui con tutto il cuore (don Paolo Ciccotti, Sulla tua Parola, Il messalino. Editrice Shalom, Maggio 2024).
p style=“text-align: right;”A cura di don Gian Franco Poli