sabato – Prima settimana del Tempo Ordinario
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?».Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mc 2, 13-17).
“Per questo è venuto Gesù: per i peccatori, non per i giusti. Questi non hanno bisogno. Gesù disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire:” Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori” (Mt 9,12-13). Quando io leggo questo mi sento chiamato da Gesù, e tutti possiamo dire lo stesso: Gesù è venuto per me. Ognuno di noi. Questa è la nostra consolazione e la nostra fiducia: che Lui perdona sempre, Lui guarisce l’anima sempre, sempre. “Ma sono debole, avrò una ricaduta…”. Sarà Gesù ad alzarti, a guarirti, sempre. Questa è la nostra consolazione, Gesù è venuto per me, per darmi la forza, per farmi felice, per rendere la mia coscienza tranquilla. Non avere paura. Nei momenti brutti, quando uno sente il peso di tante cose che abbiamo fatto, tante scivolate della vita, tante cose, e sente il peso… Gesù mi ama perché sono così.”
Francesco, Omelia, 7 luglio 2017
A cura di Don Gian Franco Poli