San Benedetto
«In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna» (Mt 19, 27-29).
Gli apostoli vengono mandati da Gesù ad annunciare che il Regno dei cieli è ora una realtà sulla terra, ma occorrono dei segni. Uno di questi è il disinteresse e la povertà dei missionari che non devono puntare su mezzi umani per l’evangelizzazione. La Parola di Dio si diffonde per la forza che le è propria, su questo dovrebbero riflettere coloro che pensano di diffondere il Vangelo con mezzi e amicizie potenti o con la propaganda. Poi Gesù dà istruzione riguardo all’alloggio dei missionari. Nella prima attività missionaria, forse, si erano verificati degli inconvenienti, magari una casa si era rivelata poco rispettabile, o un missionario aveva cambiato continuamente alloggio, danneggiando la missione. Per coloro che non accolgono i missionari, Matteo fa pronunciare a Gesù parole molto dure, che esprimono la frustrazione della comunità per gli insuccessi della missione. Per quello che mi riguarda ho veramente fiducia nella forza della Parola di Dio o credo di dover inventare chissà quali cose per poterla diffondere?
I compiti e i ruoli dei missionari di oggi. Sembra un discorso riservato a determinate categorie, invece è rivolto a tutti i battezzati. L’elenco di ciò che bisogna portare o lasciare è una chiara indicazione. Chi accetta di seguire Gesù deve avere un’unica attrezzatura: la consapevolezza che Dio, in Cristo, non abbandona. Il discepolo è chiamato a una povertà esteriore non interiore, è chiamato a portare a tutti quella volontà del Cristo: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini”. Ecco perché la Parola della sequela, accolta nell’obbedienza, introduce nella diaconia di Cristo verso il mondo e l’uomo e si caratterizza con una conformità al Figlio, che fa perdere all’inviato ogni forma di timorosa soggezione. Il discepolo non deve avere nulla perché ha tutto, sa molto bene che là dove è il suo tesoro è anche il suo cuore. L’appartenenza al Signore e la partecipazione alla Sua missione è quanto riempie il cuore del discepolo perché egli sa che è con Colui che è la Via, la Verità e la Vita.
A cura di don Gian Franco Poli