Santa Chiara
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni.In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno» (Mt 16, 24-28).
Gesù invita tutti a seguirlo sulla via della croce.Gesù, accompagnato dai discepoli, sta iniziando il cammino verso Gerusalemme dove lo aspettano il confronto con le autorità religiose della Giudea, e la propria morte. È il momento per confermare e rafforzare il suo insegnamento ai discepoli sullo spogliamento di sé e la disponibilità che anch’essi devono avere. Applicando a noi le sue parole, “rinunciare a se stesso” significa abbandonare le proposte di successo e di sicurezza offerte dai potenti di questo mondo, in particolare attraverso i mezzi di comunicazione sociale. Sono proposte seduttrici che schiavizzano “gli inclusi” ma opprimono ed emarginano sempre di più gli “esclusi”. “Trovare la vita” significa fare propria la beatitudine dei poveri e porsi a servizio dei fratelli. “Prendere la propria croce” significa affrontare le difficoltà e le sofferenze della vita, molte volte imposte da una società ingiusta, e trovare la libertà dei figli di Dio: è la beatitudine di coloro che sono perseguitati a causa della giustizia. Il detto finale, è indipendente da quanto precede: pare indicare che la fine della storia è imminente.Di fronte ad un insegnamento così chiaro, così perentorio, non posso far altro che prendere le tre proposte e applicarle a me, una per una.
A cura di Don Gian Franco Poli