Lc 17,7-10
Leggendo questa parabola la nostra attenzione è colpita dalla “durezza” delle parole del padrone ma questo non ci deve ingannare. Il centro del racconto non è il padrone ma il servo. Gesù ci richiama a vivere il nostro essere servi di Dio e dei fratelli senza pretendere nulla in cambio, senza attenderci “applausi o riconoscimenti” da parte degli altri. Vivere così la nostra vita ci libera dal nostro io orgoglioso che ci rende schiavi dello sguardo degli altri e ci fa essere lieti e riconoscenti di essere stati resi degni di essere servi di un così grande Signore. La nostra ricompensa è questa! Se vivremo così scopriremo che, alla fine della vita, “il Signore e il Maestrosi cingerà le vesti, ci farà mettere a tavola e passerà lui stesso a servirci” (cfr. Lc 12,35 ss) chiamandoci “amici”.
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