martedì – Martedì – Santa Teresa di Gesù Bambino
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme.
Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio (Lc 9, 51-56).
Oggi è la festa di santa Teresa di Lisieux. Come è noto, per definire la propria concezione della vita spirituale, Teresa usa l’espressione «piccola via» o «piccola dottrina», le cui componenti essenziali sono: la coscienza chiara della propria miseria, del proprio nulla; una fiducia totale, diremmo ardita, nell’amore di Dio e nella sua azione santificatrice; generosa collaborazione con la grazia e slancio missionario. Il vangelo di oggi è il fondamento della «piccola via». Con questa breve pericope inizia il capitolo 18 del vangelo di Luca: una serie di insegnamenti di Gesù ai discepoli, insegnamenti che andranno letti e interpretati tutti alla luce di questi primi versetti che contengono la «legge fondamentale» della vera grandezza. La domanda dei discepoli in sostanza vuol dire: Chi è il maggiore davanti a Dio? Chi vale di più davanti lui? Gesù, la risposta prima la fa vedere, poi la spiega. La fa vedere nel bambino che mette davanti agli adulti: un essere dipendente in tutto, senza possibilità di pretese, bisognoso di aiuto e quindi disposto a riceverlo. E’ così che il discepolo deve presentarsi davanti a Dio. Ma per farlo è necessario convertirsi diventando come bambini: come il bambino di fronte agli adulti, così il discepolo di fronte a Dio. Tutto questo, però non significa che il cristiano sentendo la propria piccolezza davanti a Dio si possa sottrarre ai compiti che gli vengono dalla sua responsabilità di fronte al mondo. Tutti i cristiani, ciascuno secondo le proprie possibilità e il proprio stato, sono tenuti ad impegnarsi con l’azione concreta per rendere migliore il mondo, per instaurare in esso il Regno di Dio, sempre però coscienti di quello che sono di fronte a Dio. Anche in questo, Teresa è di esempio: da carmelitana contemplativa viveva fuori dal mondo, ma profondamente convinta di essere, mediante gli atti di amore perfetto, immersa nel cuore stesso della Chiesa donde riceveva la forza onnicomprensiva dell’attività apostolica missionaria che irradia nel mondo e lo rinnova. Umiltà e impegno per instaurare il regno di Dio nel mondo: sono i due argomenti sui quali mi devo interrogare con la massima sincerità.
p style=“text-align: right;”A cura di Don Gian Franco Poli